Intervista a cura di Gabriele Favrin (il gomitolo.net)
Ciao Alessandro!
Normalmente cominciamo con le domande serie ma quando i nostri lettori
hanno saputo cosa fai sono esplosi quindi ti giriamo la loro domanda
piu’ pressante: “davvero disegni le Winx?!?!?! Racconta!”
- Collaboro da molti anni con il mensile a fumetti “Winx Club Magazine” per la realizzazione delle chine.
- Questa fu l’offerta di lavoro che mi venne proposta nel 2005 quando ancora il magazine era agli albori e cominciava un grande successo di vendite nel mondo.Per chi non lo sapesse il lavoro delle chine consiste nel ripassare con inchiostro di china “nero” (usando pennellini o pennarelli a seconda delle esigenze) i disegni a matita di una tavola a fumettiottenendone una maggior profondità, creando un impatto visivo più forte.La tavola cosi è pronta alla fase successiva della “coloritura”, che spesso per motivi di tempo si effettua in digitale (con il computer, NdR)
- OK, torniamo a fare gli intervistatori seri. Ci parli un po’ di te? Cosa fai? Come sei diventato fumettista?
Sin dall’età di 12 anni le mie più grandi passioni erano il calcio e il disegno.
Sognavo di fare il calciatore come la maggior parte dei ragazzi e il mio ruolo era quello di centravanti o punta.
Promettevo molto bene e le capacità non mancavano, ma all’epoca avevo solo 16 anni e le mie idee erano molto confuse su cosa avrei voluto fare realmente da “grande”.
Nello stesso periodo continuavo (nei ritagli di tempo) a disegnare quasi tutti i giorni…
Quando potevo mi sedevo sul mio tavolo di camera a scarabocchiare divertenti bozze ispirate a episodi accaduti in famiglia. Spesso il protagonista più simpatico da cui prendevo spunto era mio padre, a tavola era un buongustaio e aveva un aspetto fisico non indifferente con un bel pancione tondo che si prestava perfettamente nell’elaborazione di un fumetto o di un cartoon.
Così alla fine la mia scelta e la mia voglia di creatività mi spinsero a coltivare seriamente il mio obiettivo primario di diventare un disegnatore senza però smettere mai di continuare a giocare a calcio che con grande disappunto del mio conto in banca rimase la mia grande passione.
Da quel momento iniziai una lunga gavetta.
La mia scuola di formazione principale è stata la Disney. Fui molto fortunato perché vivevo in una città come Venezia considerata una delle “capitali mondiali” del settore, per i grandi autori sfornati e usciti dalla scuola veneta.
I miei primi approcci furono con alcuni autori storici della Disney che inizialmente senza saperlo per ironia della sorte abitavano perfino a due passi da casa mia.
Ancora non conoscevo bene il fumetto disneyano, non ero stato istruito da qualcuno verso il professionismo e questa fu la mia prima vera possibilità di dimostrare sul campo le mie capacità e il mio talento.
Dopo pochi mesi di prova venni preso a lavorare in uno studio dove iniziai a collaborare per diversi anni fino a che un bel giorno mi contattò il direttore dell’accademia Disney per invitarmi (dopo aver visto miei lavori) alla frequentazione di un corso di specializzazione per permettermi di raggiungere un livello di preparazione più alto rispetto a quello che avevo.
Gradualmente e contemporaneamante mi arrivarono anche le mie prime storie a fumetti da disegnare .
La mia prima storia a fumetti disegnata fu per il giornalino di Prezzemolo (la mascotte di Gardaland) dal titolo “Mously nello Spazio” e successivamente a questa ne disegnai altre.
Un po per volta presi la decisione di proseguire per conto mio staccandomi dagli altri colleghi dello studio.
Dal debutto della prima storia a fumetti ad oggi sono passati 12 anni.
Le mie esperienze acquisite in tutti questi anni sono state molto varie ho lavorato per grandi e piccoli editori disegnando un po di tutto dai libri illustrati per bambini, agli album con giochi, ai fumetti, alle immagini web, con piccole esperienze anche nei cartoni animati.
Oggi pur essendo cambiato molto professionalmente e come persona, l’amore per il disegno e il mondo della fantasia continuano ad essere la mia linfa vitale.
- Come nasce una storia a fumetti?
- Una storia a fumettiinnanzitutto nasce dalla voglia di raccontare!Non esiste una regola ben precisa perché ognuno di noi in questo senso ha degli approcci mentali differenti per esperienze e bagaglio personali, che spesso si riflettono e vanno a condizionare la creazione di un fumetto.Se invece è un fumetto inventato da altri e non da noi con personaggi che non ci appartengono, in questo caso la lavorazione impone determinate regole che vanno rispettate per non cambiare o sminuire le caratteristiche dei personaggida trattare e il mondo che li circonda.Quindi la prima cosa da fare è conoscere bene tutto ciò che li riguarda e costruire il soggetto.Cioè “l’idea” della storia e i possibili sviluppi per realizzarne una sceneggiatura, compito che solitamente spetta allo sceneggiatore (lo scrittore dei testi).Disegnare un fumetto è molto difficile non ci si può improvvisare artisti o scrittori ma occorre avere alle spalle molta esperienza e capacità di raccontare.
Tutti elementi che si acquisiscono anche dopo diversi anni prima di arrivare ad un buon livello professionale.Ci tengo a precisare che in questo mestiere non c’è mai un limite per l’apprendimento, bisogna sempre essere alla ricerca di nuovi stimoli e di nuovi aggiornamenti perché col passare del tempo il mondo in cui viviamo cambia e quindi di conseguenza anche le mode cambiano, i gusti della gente, le esigenze, tutto ciò che ci ruota intorno.
La realizzazione di un fumetto necessita quindi di tenersi al passo con i tempi!
- Quanto impieghi per fare un fumetto?
- Le tempistiche di realizzazione di un fumetto dipendono sempre dal numero di tavole commissionate che lo compongono, dalla complessità, e dalle esigenze dell’editore che impone per necessità di pubblicazione una data di scadenza che può andare dai 30 ai 90 giorni per racconti di media lunghezza.
- Non è noioso dopo un po’ disegnare in continuazione le stesse cose?
- Il fumettocome nella cinematografia non è mai la stessa cosa perché ogni storia va interpretata in maniera diversa.Le uniche cose che restano più o meno uguali sono i personaggi protagonisti e il mondo in cui si muovono per ovvie ragioni. Personalmente sono del parere che se ciò che stai facendo ti diverte e lo fai con grande passione non è mai noioso.
- Quali sono i fumetti che hai creato a cui sei più affezionato?
- Ad essere sincero di progetti a fumetti nel cassetto ne avevo diversi, ho cominciato a svilupparne uno soltanto realizzando e ideando una prima storia a fumettipensata per un pubblico di bambini…Visto il poco tempo che ho avuto a disposizione da dedicargli e per cause di forza maggiore il progetto non è ancora stato ben delineato.Mancano molte cose e una caratterizzazione stilistica credibile che richiede ancora molto studio.
- Usi dei programmi o fai tutto a mano?
- Personalmente pur utilizzando programmi professionali di grafica come Photoshop o Illustrator non ho ancora tutta questa grande dimestichezza e conoscenza, ma nel mio lavoro sono ormai necessari e non puoi farne a meno.Il primo punto di partenza (per il mio modo di lavorare) è sempre il disegno a mano su carta, il computer mi serve successivamente per fare la scansione e portare il disegno ad una qualità grafica più elevata cercando di valorizzarlo al meglio assecondando le richieste dell’editore che alla fine è colui che decide sempre se può andar bene oppure no.
- Come si diventa fumettisti? E’ un lavoro che consiglieresti?
- Fare fumetti non è un gioco ma un lavoro impegnativo che richiede determinazione, talento ma anche fantasia.Se madre natura non ti ha conferito delle capacità necessarie e non hai attitudine al disegno difficilmente potrai farti strada basandoti solo sulla buona volontà.Diventare fumettisti non è cosa facile se hai dei limiti artistici o non riesci a trovare la strada giusta.Per maturare come disegnatorenon avrai vita facile perché siamo davvero tanti e i pochi fortunati che si riescono a contraddistinguere in questo lavoro li conti sulle dita di una mano.Oltre al talento In questo lavoro ci vogliono fortuna, stimoli, passione, dedizione, sacrificio, creatività, fantasia, e capacità di sapersi muovere.E’ importante conoscere le esigenze di mercato se vuoi farti strada, non date sempre ascolto a tutto quanto vi dicono gli altri ma cercate di seguire soprattutto quello che sentite dentro di voi.. se poi troverete il successo o meno non scoraggiatevi, perché la vita è fatta di momenti alti e bassi, bisogna sempre rialzarsi ed essere costanti e determinati.Questo lavoro potrei consigliarlo ad un ragazzo che abbia i requisiti giusti e che abbia voglia di mettersi in gioco se veramente intenzionato ad intraprendere e coltivare una strada tortuosa e piena di difficoltà.Devo anche ribadire il fatto che in Italia purtroppo il fumetto(a parte i soliti grandi colossi come per esempio Bonelli / Disney che però non vivono una situazione rosea dato la crisi di vendite che a colpito anche loro) c’è ben poco o quasi su cui fare affidamento.L’ideale per un giovane è quello di imparare le basi frequentando una scuolache possa aiutarlo a formarsi bene e poi cercare contatti tramite le fiere del settore o andare con il proprio book a bussare porte in altri paesi.Non posso nascondere che in Italia la situazione del fumetto è a dir poco disastrosa: purtroppo non si vende più come un tempo.
Io stesso, per questo motivo mi sono spostato più verso il mondo dell’illustrazione cercando altre alternative e soluzioni differenti.
I fumetti che sopravvivono oggi sono ormai quelli ben consolidati da anni.
- C’è un fumetti cui sei più affezionato?
- Ad essere sincero non cè un lavoro a cui sono più affezionato rispetto ad un altro.
Penso solo a svolgere al meglio la mia attività.
- Sogni futuri?
- Sicuramente la mia più grande aspirazione sarebbe quella di creare un prodotto nuovo un qualcosa che possa piacere ai ragazzi e forse il progetto a fumetti di cui parlavo precedentemente che vorrei tanto coltivare ed evolvere nel tempo sarebbe per me una grande soddisfazione.Vedremo cosa mi riserverà il futuro!
Alessandro Battan
Articolo molto interessante